Una notte in rifugio
Aggiornamento: 1 dic 2022
Settembre 2020 Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise
E' quasi notte quando raggiungiamo con il fiato grosso lo stazzo Forcone sull'omonimo monte, a circa 1600mt. s.l.m. Siamo tutti visibilmente provati dalla salita, circa 500m di dislivello con 10kg di attrezzatura sulle spalle non è certo una passeggiata. L'aria in vetta è fresca e la luce del tramonto è fantastica. Le nuvole si rincorrono velocemente nel cielo e promettono pioggia, si sa, in montagna il tempo cambia rapidamente. Approfittiamo delle ultime ore di luce per scattare qualche foto, i Cervi sono tutti intorno a noi sui colli e scrutano ogni nostro movimento. In lontananza scorgiamo la sagoma di un Grifone che scompare rapidamente tra le nuvole mentre una decina di Coturnici s'involano a pochi passi da noi, che dire, come inizio non c'è male. Ma prima di rientrare l'incontro più emozionante, un'Aquila reale passa sopra le nostre teste a circa una decina di metri, è la prima volta che riesco a vederla così da vicino. Intanto il peggiorare delle condizioni meteo ci costringono a tornare al rifugio. Lo stazzo era originariamente un ricovero per i pastori delle pecore, ed è stato recentemente ristrutturato dall'Ente proprietario ( Il comune di Opi ) e concesso in gestione per un utilizzo più attivo .
Durante tutta la notte risuonano nella valle i bramiti dei cervi, li sentiamo molto vicini. Al nostro risveglio però l'amara sorpresa i Cervi si sono allontanati e sono tutti sui crinali a notevole distanza. Decidiamo con la guida di non incamminarci per il sentiero per non farli allontanare ulteriormente e ci manteniamo nei pressi del rifugio con la speranza che siano loro ad avvicinarsi. Intanto il sole sorge e ci regala un alba spettacolare. Le ore passano ma i Cervi non ne vogliono sapere di scendere. Nascosti fra le rocce li osserviamo speranzosi. Uno stormo di Gracchi alpini fa il sali e scendi dalla valle, tra di loro c'è anche un Corallino, appaiono e scompaiono come fantasmi. Mentre si alza una leggera brezza due grossi maschi iniziano con impeto un combattimento, i palchi dei due esemplari s'intrecciano, la scena dura pochi secondi ma a me sembra un eternità . Ci tratteniamo un'altro un pò nei pressi dello stazzo ma non succede più nulla così decidiamo di muoverci alla volta del monte Marsicano. Lungo il percorso scorgiamo la sagoma di tre Camosci, sembrano venire nella nostra direzione, ma il peggiorare delle condizioni meteo ci costringe presto a ritornare sui nostri passi e a rientrare definitivamente.
Al di là delle condizioni meteo che hanno condizionato non poco la nostra escursione penso che sia stata una bella esperienza, dormire in vetta ti dà delle opportunità uniche che fino ora non avevo mai avuto il piacere di vivere.
Un grazie di cuore ai miei compagni di avventura Ale e Cristian
Riccardo




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